sabato 26 dicembre 2009

Stregone

Cerchiamo di recuperare un po' la faccia dopo le vergogne del post precedente. Ecco il mio secondo tentativo di piegare lo stregone di Hojyo Takahashi, i cui diagrammi si trovano sul numero 109 di Tanteidan magazine.

Ho usato un normale foglio A4, che si è rivelato del tutto inadatto al modello (carta troppo spessa). Ma non mi arrendo certo per così poco (tradotto significa che avevo finito la carta per origami), ed ho compensato alla meglio inumidendo la carta quando necessario per tenere le pieghe.
Tutto sommato il risultato non è malaccio, ma lascio giudicare a voi.


Nessuno è perfetto - parte 1

In un impeto di onestà ed autocritica tipicamente natalizi, mi sono detto: perchè condividere col mondo solo i modelli che riesco a piegare bene? Mostriamo anche le vergogne, le schifezze, la roba che somiglia ad un foglio di carta accartocciato.
Non avrete pensato che tutti i modelli che piego mi riescano perfettamente al primo colpo no?

Cominciamo da quella che in teoria dovrebbe essere una medusa (diagrammi dal solito sito della asociacion espanola de papiroflexia):




Del tutto inguardabile, lo confesso.
Ma c'è di peggio. Mi sono cimentato anche nella piegatura della maschera di Guy Fawkes, direttamente da "V for Vendetta". Bellissimo modello di Brian Chan (questo tizio è un genio), i diagrammi li ho trovati qui.

Prima di mostrare la mia vergogna, gurdate come avrebbe dovuto essere il modello terminato e piegato come Dio comanda:



Mi scende una lacrimuccia solo a guardarla, sniff...
Anche se sono straconvinto che il tizio abbia barato: per fare la bocca ha tagliato il foglio! Sui diagrammi la bocca è praticamente inesistente. Va bene va bene, la mia è tutta invidia, la smetto subito.
Ed ora la mia ciofeca:



Non commento nemmeno, non ce n'è bisogno :-(

venerdì 25 dicembre 2009

Il mondo dei replicanti (Surrogates)


In un futuro nemmeno troppo remoto, gli esseri umani vivono la loro vita interagendo tramite surrogati robot, controllati a distanza standosene comodamente seduti su una poltrona nel proprio appartamento.
Proprio così, la gente non esce più di casa, ma si limita a "telecomandare" questi robot, in modo da evitare ogni rischio di incidenti o fatalità in generale.
Inevitabile la presenza di ribelli che rifiutano tali surrogati robotici, ritenendo che l'essere umano sia stato creato per vivere la vita direttamente con i propri sensi.
Questo film ha ricevuto un'accoglienza un po' tiepidina dalla critica e dal pubblico. Accoglienza forse un pochino ingiusta, considerando il ivello medio delle produzioni SF odierne.
Io l'ho trovato gradevole; la visione scorre piacevole senza mai annoiare. L'unico difetto è quello della prevedibilità. La trama scorre sui binari classici che lo spettatore ha imparato ad aspettarsi da un film di questo genere.
Anche l'idea di base non è del tutto originale; quella dei corpi artificiali comandati a distanza già la usava 20 anni fa Masamune Shirow nel suo fumetto Ghost in the shell (da cui è tratto l'omonimo film di Mamoru Oshii).
In conclusione, un film che intrattiene ma senza strabiliare.

Torre di Babilonia - Ted Chiang

More about Storie della tua vitaE' la storia di un minatore che scala la torre di Babilonia per aiutare ad aprire un varco nella volta del cielo.
Evito di commentare i riferimenti biblici, che decisamente non sono il mio forte, soffermandomi invece sulla descrizione del viaggio del minatore, la scalata dell'interminabile torre, che richiederà ben 4 mesi.
Durante la scalata, molte sono le meraviglie di cui egli sarà testimone, e tutte coerenti con quella che probabilmente era la concezione del mondo dell'epoca. Per capirci, la torre risulta talmente alta da superare la luna, il sole e le stelle. In passato è addirittura successo che una stella (grande quanto l'apertura di braccia di un uomo) sia andata a scagliarsi contro la torre, lasciando una cicatrice indelebile sulla sua superficie.
Detta così la cosa può sembrare assurda, ma in realtà questa scelta stilistica permette di creare una sorta di complicità tra autore lettore; il lettore accetta tacitamente l'irrazionalità di quanto viene descritto, ed in cambio l'autore offre un racconto intellettualmente ed emotivamente stimolante.
Qualcosa del genere mi era successo leggendo il bellissimo racconto La biblioteca di Babele di Borges. Chiang qui forse non sarà all'altezza di Borges, ma il suo racconto risulta comunque davvero godibilissimo, e meritevole del premio nebula che gli è stato assegnato.

domenica 20 dicembre 2009

Il maestro Yoda

Dopo qualche tentativo con fogli A4 normali, mi sono finalmente cimentato nella piegatura con carta da origami del nanetto preferito da tutti i fan di Star Wars, il maestro Yoda :-)
Va bene, confesso che la maledetta manina non mi è venuta benissimo, ma vi assicuro che piegare quei tre ditini minuscoli non è affatto facile!
Il modello è molto bello, di difficoltà non eccessiva. Solo la suddetta mano e la parte finale in cui bisogna dar forma alla tunica sono un po' complicate.
Mi piace molto il volto, che somiglia tantissimo a quello del pupazzetto della trlogia di Lucas.

Il modello è di Fumiaki Kawahata, i diagrammi arrivano (di nuovo) dal sito della ASOCIACIÓN ESPAÑOLA DE PAPIROFLEXIA


The sea that thinks

Questo film è la più grossa sega mentale in cui mi sia imbattuto da molto molto tempo a questa parte. Il che non è necessariamente una cosa negativa.

Non c'è una vera e propria trama. Il film mostra lo sceneggiatore del film mentre scrive lo script del film stesso. Ok, vi concedo 5 minuti per rifletterci sopra.
...
tic
...
tac
...
Fatto? Bene.
La vostra conclusione probabilmente sarà stata "Come diavolo è possibile una cosa del genere?"
In pratica, si vede un tizio (Bart) che scrive al computer. Cosa sta scrivendo? Roba tipo "a Bart va di traverso il tè", e un attimo dopo, mentre sorseggia una tazza della suddetta bevanda, ecco che rischia di strozzarsi.
Ricorsività cinemtografica :-D
Non è che parlavo a vanvera a proposito di seghe mentali.

Il film è un susseguirsi di illusioni ottiche escheriane, di improvvisi cambi di punto di vista, sia ottici che narrativi. Si vede una scena, e poco dopo si scopre che in realtà  la scena era nello schermo di un televisore, che a sua volta fa parte di un ritratto, e così via finchè lo spettatore rimane del tutto frastornato.

Per lo spettatore, il film è un continuo arrancare alla ricerca di punti di riferimento su cui costruire una comprensione della trama. Impresa impossibile, dato che lo scopo della pellicola è proprio quello di distruggere sistematicamente tali punti di riferimento.

E come se non bastasse, durante tutto il film c'è una voce fuori campo (che in realtà proviene da un registratore che il protaginista sta utilizzando) che filosofeggia su cosa è reale e cosa no, sul pensiero e sull'io.

Concludo raccontando una scena. Nel film c'è un personaggio femminile, Marga (di cui in realtà si sente solola voce). In una sequenza c'è un primo piano di un post-it su cui c'è scritto "Lo spettatore pensa: Marga=Lois". La mia reazione iniziale è stata "un momento, io non ho mai pensato niente del genere". Attimo di riflessione. Poi: "Bastardo, m'hai fregato."

http://www.imdb.com/title/tt0261277/

sabato 19 dicembre 2009

Story of your life - Ted Chiang

More about Storie della tua vitaQuesto racconto è un piccolo gioiellino.
E' un continuo alternarsi di paragrafi in cui si raccontano episodi della vita della protagonista in quanto genitore e altri in cui si narrano i suoi sforzi come esperta di linguistica nel tradurre il linguaggio di una razza aliena in una situazione di primo contatto.
Inizialmente questa sembra essere puramente una scelta stilistica, ma ben presto si intuisce che è invece parte integrante della storia.
Le tematiche ricordano infatti molto quelle di Babel-17 di Samuel Delany: gli effetti del linguaggio sulla mente umana e sulla sua capacità di percepire il mondo. Anche il modo in cui l'autore gioca con la struttura narrativa ricorda molto Delany.
Notevole anche l'opposto livello di empatia che i due tipi di paragrafi trasmettono. Mentre quelli dedicati agli alieni sono rigorosi e asettici, quelli dedicati alla figlia della protagonista sono molto umani, emotivi, spesso commoventi.
Se, come me, avete sempre considerato il magico traduttore universale di Star Terk come una delle più grosse sciocchezze mai viste in ambito fantascientifico, allora leggetevi questo racconto.

lunedì 14 dicembre 2009

Il treno degli dèi - China Mièville

More about Il treno degli deiEra da parecchio che non apprezzavo così tanto un romanzo. Dove per "apprezzare" intendo il ritrovarmi a centellinare le pagine, l'obbligarmi a non leggere più di un capitolo al giorno perchè non voglio che il libro finisca.

Il romanzo più politico di Mièville. C'è tutto: lotta sociale, giornali clandestini (il mitico Runagate Rampant), lavoratori di una ferrovia in rivolta che finiscono per appropriarsi del treno per cui stanno costruendo i binari. Binari che continueranno a costruire, distruggendoli subito dopo il passaggio del treno rubato, in un viaggio/fuga disperato che li porterà a diventare leggenda, simbolo della lotta sociale contro l'oppressivo governo della città-stato di New Crobuzon.

Notevoli i capitoli della macchia cacotopica, una zona soggetta a una frattura della realtà che deforma e distorce tutto ciò che vi entra. E non a caso ho usato la parola zona, così come hanno fatto i fratelli Strugatski nel loro Picnic sul ciglio della strada, romanzo cui probabilmente l'idea della macchia è ispirata.
E a fare da sfondo a queste vicende, il mondo del bas-lag. Come descrivere l'universo creato da Mièville? Impossibile, perchè quando pensi di aver ormai visto tutto, giri pagina e Mièville ti sbatte in faccia un'altra idea, una trovata di una originalità imbarazzante che ti lascia a bocca aperta. Uomini cactus, macchine senzienti, uomini che per punizione a qualche crimine vengono rifatti nelle forme più perverse e malsane grazie alla taumaturgia, villaggi costruiti sul dorso di tartarughe giganti, monaci il cui culto li ha portati a dimenticare il loro sesso. Il tutto abilmente mescolato ad elementi più familiari, tratti dalla nostra realtà quitidiana: fabbriche, treni, commercialisti, corporazioni mosse dallo spirito capitalistico, in un miscuglio dalle tonalità dark-steampunk. I luoghi di New Crobuzon sembrano avere i nomi dei quartieri di una Londra distorta da una fantasia perversa. Howl Barrow, Badside, Glasshouse, Dog Fenn, Smog Bend, Cockscom Bridge, Brock Marsh. L'effetto è a dir poco straniante, nel senso più positivo del termine, poichè capace di generare quel "sense of wonder" che ogni lettore del genere fantastico cerca. Il termine weird fiction non potrebbe essere più azzeccato.

Il tutto è descritto con stile elaborato, barocco eppure sorprendentemente diretto, vivido ed efficace. Anche meglio di quanto Mièville aveva mostrato in Perdido street station (impresa non da poco).

La pantegana del giorno

La mia ultima creazione cartacea, una bella pantegana con tanto di coda, orecchiette a sventola e occhietti maligni. Ricavata da un'unico foglio di carta, come da vera tradizione origami :-)

I diagrammi li ho trovati sul sito della ASOCIACIÓN ESPAÑOLA DE PAPIROFLEXIA, l'autore è Eric Joisel.


Da origami

giovedì 1 gennaio 2009

The man from Earth



Un consiglio: se avete intenzione di guardare questo film (e dovreste, fidatevi), fatelo senza sapere nulla della trama. Lo apprezzerete di più. Se proprio non potete farne a meno, ne darò un accenno nelle righe seguenti.

--- SPOILER ---
Durante la festa di addio del prof. John Oldman, egli rivela ad una ristretta cerchia di amici di essere un uomo delle caverne, sopravvissuto per oltre 14000 anni fino ai giorni nostri.
Basta, rifiuto di aggiungere altro.
--- FINE SPOLER ---


Questo è il genere di film che in assoluto preferisco, uno di quelli realizzati con pochi soldi ma una buona idea.
Più che un film, sembra quasi di essere spettatori un'opera teatrale: tutto avviene nel salotto del protagonista, dove otto presone parlano davanti al camino per tutta la durata del film. Se quanto ho appena scritto vi spaventa, probabilmente questo non è il film per voi.
La premessa (l'affermazione che sarà il tema della discussione, che non ripeto per chi volesse saggiamente accettare il precedente consiglio) è piuttosto assurda, questo bisogna ammetterlo, ma viene sfruttata brillantemente; durante la serata, gli otto amici si trovano in pratica a riscrivere la storia dell'uomo, il tutto stando comodamente seduti sul divano.
Storia, biologia, psicologia e l'inevitabile teologia, tutto quanto viene stravolto dalle rivelazioni del protagonista. E la cosa più interessante è vedere le reazioni dei presenti, tutte persone molto diverse tra loro per mentalità e fede religiosa.
L'unica cosa che non mi ha convinto del tutto è il finale, dove viene espressamente rivelata la verità/falsità delle affermazioni del protagonista. Personalmente penso che lasciare la questione in sospeso avrebbe reso il film un autentico capolavoro.

Capire il potere - Noam Chomsky

More about Capire il potereNoam Chomsky è universalmente considerato uno dei più importanti pensatori del nostro tempo. Negli ultimi trent'anni le sue conferenze sul passato, sul presente e sul futuro della politica di potere hanno interessato un pubblico tra i più eterogenei. Per chi desidera ascoltare questa voce, che sia nuovo al pensiero chomskiano o che voglia conoscerlo nella sua interezza, "Capire il potere" raccoglie per la prima volta i suoi interventi fondamentali. Gli argomenti spaziano dalla politica estera statunitense alla crisi del welfare state con l'amministrazione Clinton. Tracciano una mappa illuminante delle connessioni tra la spinta imperialista verso il resto del mondo e le ripercussioni negative sulla società americana. Toccano i temi dell'attivismo politico e del ruolo dei media. Si tramutano in proposte d'intervento concreto per un rinnovamento della società e per la soluzione di questioni internazionali cruciali, come la crisi in Medio Oriente, il controllo delle risorse energetiche in Afghanistan e nelle ex repubbliche sovietiche, l'emergere di nuove potenze come la Cina e l'India.
-Tratto dal retro di copertina

Dopo aver letto le prime 40 pagine di questo libro, mi sono fermato un attimo a riflettere e mi sono accorto di una cosa: avevo capito di più sulla situazione geopolitica mondiale negli ultimi 30 minuti che in 30 anni di telegiornali e carta stampata. Non sto esagerando.
Da bambino, guardando in tv le notizie sulla situazione in medioriente, non riuscivo mai a seguire il filo degli avvenimenti. Pensavo "è roba troppo complicata, non posso sperare di capirla". Ma ero solo un bambino. Adesso ho 30 anni, ho avuto la fortuna di poter studiare e prendere una laurea, ma la situazione non è cambiata. Guardo raffiche di servizi giornalistici sugli attentati in Israele/Palestina, ma continuo a non capire che cosa stia succedendo. Ma adesso non posso più nascondermi dietro un "è roba troppo complicata". Se sono riuscito a passare l'esame di Fisica II al Politecnico (per un pelo, lo ammetto), rifiuto di credere che le ragioni di un conflitto, per quanto complesse, siano aldilà delle mie capacità di comprensione.
Ma allora esiste solo un'altra spiegazione plausibile. Qualcuno non vuole che la gente capisca cosa sta effettivamente succedendo. Chiamatemi paranoico, ma io la vedo così. E dopo aver letto questo libro, mi sono accorto di non essere il solo.

Chomsky ha, a mio modo di vedere, due straordinarie capacità. Innanzitutto dispone di una quantità impressionante di informazioni, derivanti dal costante monitoraggio della stampa americana ed internazionale, nonchè dei documenti che periodicamente vengono declassificati dal governo USA.
L'altra capacità è quella di saper individuare a colpo sicuro in questo oceano di carta stampata le informazioni che davvero contano, mettendole in relazione e traendo conclusioni con una serie di semplici ragionamenti "alla portata di qualsiasi quindicenne", come egli stesso afferma. Il fatto è che ci riesce con una tale naturalezza che, dopo averlo ascoltato/letto, viene è inevitabile pensare "ma è talmente ovvio, come ho fatto a non capirlo da solo?".

Gran parte delle tesi di Chomsky mi sono suonate familiari, le avevo già quantomeno intuite, direi quasi a livello inconscio. Però non ero mai riuscito a rimettere insieme tutti i pezzi, a ricostruire il "bigger picture". Da questo punto vista, questo libro mi ha aiutato molto.

Se quanto ho scritto in questa pagina vi suona familiare, questo è il libro per voi.

Vedete, finchè ci sarà il controllo privato dell'economia le forme di governo non importano, perchè i governi sono impotenti.
Il fatto è che il potere sta sempre altrove. 
[Il segreto imposto dai governi] non viene imposto per motivi di sicurezza, ma solo per far sì che la popolazione non venga a sapere quello che sta succedendo.
Ogni governo ha bisogno di spaventare la sua popolazione, e un modo per farlo consiste nel coprire di mistero la sua attività.
La stampa ha un compito: impedire alla gente di capire il mondo e indottrinarla.